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I motori di ricerca rappresentano uno degli strumenti più potenti che abbiamo a disposizione per effettuare delle ricerche precise. In questo modo essi sono in grado di fornire i migliori risultati nel minor tempo possibile. Quando l’utente immette la propria richiesta (query) nella barra del motore di ricerca, quest’ultimo lo indirizza alle pagine più autorevoli grazie ad un meccanismo basato su un algoritmo.
La domanda che sorge spontanea è: in che modo i motori di ricerca riescono ad analizzare ed ordinare efficientemente le indefinite pagine presenti sul web?
Indice argomenti:
Le fasi del motore di ricerca
Le fasi di un motore di ricerca consistono in crawling (ovvero la scansione dei siti web), indexing (ovvero indicizzazione dei siti web).
1) Il crawling (scansione)
Per compiere quest’operazione il motore di ricerca utilizza degli strumenti chiamati spider (o crawler o ancora robot) che analizzano i codici html di ogni documento soffermandosi su particolari caratteristiche (fase di parsing): l’alt text delle immagini, la meta description, il title, l’utilizzo dei corsivi, del grassetto e la presenza o meno di link.
Gli spider favoriscono, inoltre, il processo di indicizzazione attraverso un’operazione di salvataggio dei dati secondo delle parole chiave (keywords) all’interno di una biblioteca virtuale (o database) grazie alla loro capacità di collegarsi a una pagina dopo il riconoscimento di un determinato link.
Quello appena descritto è un processo iterativo, cioè un processo ripetuto periodicamente in maniera tale da avere sempre disponibile l’ultima versione di una pagina, che può cambiare in seguito ad aggiornamenti effettuati o altre variazioni.
2) Indexing (indicizzazione)
In questa fase il motore di ricerca ordina tutte le informazioni che ha raccolto in precedenza. Tutto ciò è reso possibile da particolari algoritmi che ordinano la biblioteca secondo parole chiave, categorie, tematiche ed altri parametri.
La risorsa viene indicizzata in diversi modi: può avvenire in modo permanente, temporaneamente o è anche possibile inserirla in un indice dedicato. (ad esempio, può esserlo quello riservato esclusivamente alle immagini). Il database sarà quindi ordinato in maniera tale da non dover rendere necessario consultare l’intero web ma soltanto le pagine che ci interessano.
3) Searching (ranking e creazione della SERP)
Il motore di ricerca li organizza per ordine di importanza ed attribuisce in questo modo un ranking ben preciso. Tutto ciò avviene dopo aver ottenuto i risultati migliori seguendo il metodo che l’algoritmo ritiene più opportuno.
Ad esempio, l’algoritmo utilizzato da Google tiene conto di più di 200 fattori diversi per effettuare il posizionamento dei siti.
Una volta completato questo processo viene originata la SERP (Search Engine Results Page), che non è altro che un elenco disposto in ordine decrescente delle migliori pagine riguardanti la ricerca svolta. È ovviamente interesse di un sito migliorare il proprio posizionamento e, a tal proposito, è importante citare la SEO (Search Engine Optimization) che si occupa per l’appunto di ottimizzare le ricerche online.
Motori di ricerca più utilizzati
Analizziamo, dunque, i motori di ricerca più utilizzati nel web.
1) Google
2) Bing
Bing è il motore di ricerca fondato da Microsoft ed è il più utilizzato subito dopo Google, pur non potendo minimamente concorrere con i rivali della Mountain View (3,49% di utilizzo in Italia e 6,57% negli USA).
3) Yandex
In Russia le cose cambiano e gli utenti prediligono Yandex per le loro ricerche. Fondata da una compagnia di telecomunicazioni nel 1997, ad oggi occupa l’ottavo posto al mondo fra i search engine più impiegati.
4) Baidu
Anche in Cina gli utenti preferiscono motori di ricerca alternativi a Google, Baidu fra tutti. Creato nel 2000, al momento gareggia insieme a Bing per il secondo posto nel market share mondiale.
5) Ecosia
Concludiamo con una menzione a un motore di ricerca a favore dell’ambiente, in grado di coniugare risultati e sostenibilità: Ecosia, nata in Germania nel 2009, è da sempre sensibile e vicina ai problemi ecologici che hanno devastato l’Amazzonia, primi fra tutti gli incendi ed inoltre dichiara di donare l’80% dei proventi pubblicitari a sostegno della riforestazione.